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24 feb 2015

Walter Lippmann e Elisabeth Noelle-Neumann: media e opinione pubblica.

Questi due studiosi dei fenomeni di comunicazione di massa e dei loro effetti, sono da considerarsi in contiguità e successione.
Rimando al web per assumere le notizie più basilari e i loro contributi scientifici, limitandomi a sottolineare di seguito, un paio di aspetti di notevoli attualità, anche se una attualità non originale; nel senso che questi fenomeni sono originari ai mezzi con i quali sono prodotti da chi li usa, quindi risalgono a molti decenni fa.

Scriveva Lippmann nel suo lavoro degli anni '20: (Ignorato deliberatamente dai bravi professori di scienze politiche dell'Università di Pisa, che preferiscono parlarci dell'Happy Ending dei fim americani degli anni della guerra, sempre ignorando le tremende rappresentazio ni filmiche sovietiche, tese a creare un immaginario eroico attorno al concetto tutto comunista di Popolo).
...in complex, modern societies, the category of "the people" is a fiction. It is a "phantom
public" invoked to signal a body of citizens in consensus or agreement. Public opinion, the vox populi, can, in fact, never be precisely measured. It can only be approximated. It can never include the sum total bof all individual perspectives. The vast diversity of beliefs, values, ideas, opinions, positionalities, and subjectivities cannot be truly captured by one totalizing, collective entity.
Instead, "the people" (or "the community" for that matter) provides a conceptual metaphor through which to imagine a public. 
The problem is one of representation, both in terms of political participation and in terms of symbolism. There is a larger whole -- a publicus or civitas -- yet the link between its component parts and their assembly into an entirety cannot be absolutely established.

Nelle società complesse (quelle occidentali degli anni venti, epoca in cui scriveva il saggio), la categoria di Gente, o Il Popolo (ricordate il nome del noto giornale democristiano?), è una mera finzione, un Fantasma Pubblico, invocato per raffigurare un insieme di cittadini che si trovano in accordo tra di loro, in condizioni di similitudine di intenti e di aspirazioni.
In effetti, l'Opinione Pubblica, o la Voce del Popolo, non può mai essere misurata e rilevata con precisione. Le ampie differenze nelle credenze, ideali, opinioni, valori, idee, posizioni sociali e soggettività, non possono essere rappresentate da una sola totalizzante, entità collettiva.

Invece, La Gente, o la Comunità, fornisce una metafora concettuale per mezzo della quale immaginare un pubblico. Il problema concerne la rappresentazione, in termini di partecipazione politica, che simbolica. C'è un insieme più grande- un pubblico o cittadinanza- il cui legame tra le sue parti componenti e il loro assemblaggio in una unica entità, che non può essere in alcun modo stabilito (a priori e a posteriori.  Nota mia).

Elisabeth Noelle-Neumann,  ne La Spirale del Silenzio, ci parla di una tendenza delle società occidentali ormai da decenni sotto gli occhi di tutti, che forse l'Internet ha solo scalfito, almeno per alcuni utilizzatori. Vediamo cosa ci dice.

La Neumann è più attenta ai dati, al flusso di comunicazione, alla sua quantità, legando questo continuo flusso di notizie, opinioni, commenti, dibattiti, news eccetera, veicolati dai media, compreso i nuovi media, aggiungo, hanno effetti sulle nostre menti. L'effetto sul pubblico (ma attenzione, oggi, anche una persona in grado di possedere sufficienti nozioni di comunicazione, capire e usare i nuovi media, può  sia offrire una notevole resistenza alle influenze esterne, che concorrere al flusso stesso), è per la Neumann, quello di appiattire e annullare la capacità analitica propria della mente, di confrontare i dati che riceve e analizzarli, in modo da trarre un ordine di priorità, un indice e capire quanto i media stessi, nel loro continuo flusso di notizie in ordine sparso, caotico e ridondante, e spesso abilmente e genialmente distorto, influenzano e pesano sulla sua opinione e sui suoi processi congnitivi e affettivi.
La spirale del silenzio fa riferimento al silenzio della voce critica interna dello spettatore, annientata dalla passività e dal continuo getto di notizie, dibattiti, opinioni, suoni, rumori, pubbicità, messaggi volti a manipolare deliberatamente ma più spesso no, il suo assetto mentale e critico. In particolare di quella componente minoritaria, che viene esclusa dal flusso mediatico, non rappresentata, né fornita di mezzi per essere ascoltata, come un nuotare contro corrente. Eutto quello che è sostenuto è una immensa mandria di bisonti lanciata e diretta verso un punto in una sperduta prateria.

Meditate, gente.

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